10.06.2020

Meno burocrazia e riforme per far ripartire il Paese

IlSole24Ore
PRESS REVIEW

Convegno dei Giovani di Confindustria. Imprese, banche e finanza: «Serve coraggio e velocità per ricostruire». Rossi: «Guardare al futuro»

Tre parole chiave: opportunità, tempistica, coraggio. La tragedia della pandemia va colta per ricostruire il paese, utilizzando le risorse europee, facendo quelle riforme, a partire dalla burocrazia, che finora hanno rallentato la crescita. Opportunità, quindi. Da cogliere subito, senza tentennamenti. E con coraggio: che viene chiesto a tutti, imprese, banche e soprattutto alla politica, chiamata a prendere decisioni importanti e in tempi stretti.

È il messaggio che è arrivato ieri da imprenditori, banchieri, protagonisti del mondo della finanza, che si sono incontrati sul web per discutere su come “Ripartire più forte”. Questo era il titolo del convegno organizzato dai Giovani imprenditori di Confindustria e dal fondo di investimenti Quadrivio Group, moderato dal direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini. «La burocrazia rischia di selezionare le aziende, le norme sembrano scritte per bloccare la ripartenza anziché spingerla. Sulla liquidità, le banche fanno il loro lavoro, cercano di aiutare le aziende, ma le norme sono scritte male. Il paese deve affrontare l’emergenza e guardare anche al futuro», ha detto il presidente dei Giovani, Alessio Rossi, sottolineando l’importanza di una collaborazione tra imprese e finanza.

Le aziende devono crescere, «investiamo nelle Pmi italiane, ma guardando al mondo. Vogliamo contribuire a far nascere multinazionali che dall’Italia crescano nel mondo», ha detto Walter Ricciotti, ceo Quadrivio Group. Un imperativo condiviso, come ha sottolineato Sergio Dompé, presidente della multinazionale farmaceutica: «Le piccole imprese di ieri, come Brembo o Mapei, sono i colossi di oggi, collegate ad una filiera di Pmi. Mantengono la flessibilità dei piccoli e la forza delle grandi vincendo all’estero, un modello da replicare». Parla della necessità di un «salto culturale, che integri sempre di più imprese in rete e filiere, colmi il gap tecnologico» Lavinia Biagiotti Cigna, presidente e ceo di Biagiotti Group. Per crescere, ha spiegato in apertura Valerio De Molli, managing partner e ceo di The European House of Ambrosetti bisogna puntare su quattro pilastri: consumi, spesa pubblica, investimenti e bilancia commerciale. Nel suo intervento ha messo in evidenza quanto pesi il crollo dei consumi in questa crisi e quanto la mancata crescita sia un problema di scarsa produttività di tutti quei fattori che non riguardano lavoro e capitale, a partire dalla Pa. Sono le norme eccessive che bloccano il paese e che in questa fase hanno rallentato l’erogazione di liquidità. «Abbiamo 500 domande in attesa di documentazione, se le regole fossero più semplici saremmo più veloci», ha detto Massimo Doris, ceo Banca Mediolanum, che si è soffermato anche sull’importanza dei Pir, anche quelli alternativi, per finanziare l’economia reale «sono benedetti». Le imprese, dopo la crisi si dovranno ricapitalizzare: Innocenzo Cipolletta, presidente Aifi, ha lanciato l’idea di un credito di imposta per investimenti nelle Pmi da parte dei fondi, da unire al ruolo dei Pir.

Far ripartire i consumi, con crediti d’imposta e rottamazione, dare sostegno all’occupazione, evitare lungaggini burocratiche sono i punti su cui ha insistito Giuseppe Castagna, ceo Banco Bpm: «La politica deve battere un colpo, abbiamo i progetti, abbiamo i soldi, è un’occasione unica, non va sprecata». Va rafforzato il rapporto impresa e finanza: bene i Pir alternativi, è stato detto in molti interventi. Se i fondi pensione sono solo al 16% come investimenti nell’economia reale il motivo è anche da individuare nei troppi controlli che bloccano l’azione, ha detto Walter Anedda, presidente Cnpadc (cassa di previdenza dei commercialisti). «Meno regole e più controlli per i furbi. Serve coraggio da parte della politica», ha detto Anedda. Un coraggio che tutti hanno chiesto, come ha ricordato Ricciotti nelle conclusioni, alla vigilia degli Stati Generali da cui dovrebbe uscire la strategia per il rilancio del paese. Nella convinzione che l’Italia abbia tutte le capacità per potercela fare.

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