11.11.2014

Pilegrowth, 500mila euro per il superconduttore made in Italy

Wired
PRESS REVIEW

La società, spin-off dell’università di Milano Bicocca, si aggiudica un nuovo round di investimenti da TTventure, Como Venture ed Lpe. Obiettivo: un prototipo entro il 2015 per convincere il mercato

Nel progetto ci hanno creduto da subito, due anni fa. Il gruppo d’investimento Quadrivio Capital Sgr (un miliardo di euro di asset gestiti) tramite il proprio fondo di venture capital TTVenture, insieme a Como Venture, che opera in sinergia con ComoNext, e il partner industriale Lpe.

Tutti e tre partecipano anche al nuovo round di investimenti in Pilegrowth Tech, una società che promette di rivoluzionare il comparto dei semiconduttori. Il gruppo ha infatti messo sul tavolo un pacchetto da oltre 500mila euro di valore fra risorse finanziarie e industriali.

Fondi che serviranno per sviluppare un prototipo nell’elettronica di potenza. Cioè per far fare allo spin-off accademico il salto dall’invenzione al mercato, o almeno al livello immediatamente precedente. Si tratta infatti di una tecnologia che consente di depositare semiconduttori nobili su silicio senza le cosiddette “crisi di rigetto” che le differenti strutture atomiche normalmente generano.

Meccanismo omonimo al nome della società che unisce dunque i vantaggi di filiera e di costo legati al silicio con le superiori prestazioni di altri materiali semiconduttori. È per esempio il caso del germanio, che viene depositato su una superficie di silicio senza mai produrre crepe e potrebbe essere utile per confezionare cellule fotovoltaiche capaci di convertire le radiazioni solari a più alta frequenza.

La società ha sede a Como ed è guidata da due docenti universitari con lunga esperienza nel campo. L’amministratore unico Leonida Miglio, direttore del Centro interuniversitario L-Ness dell’università di Milano Bicocca e del Politecnico di Milano, e il direttore tecnico Hans von Känel del Politecnico federale di Zurigo.

“La sfida è doppiamente difficile, sia per il settore altamente competitivo a livello globale sia perché intrapresa in un momento di crisi economica altrettanto globale – ha detto Miglio – ma la fiducia e il coraggio degli investitori sono il migliore stimolo per raccoglierla e portarla a successo, con altrettanta fiducia e coraggio, anche in controtendenza rispetto al trend di sconforto che aleggia nel nostro Paese”.

L’obiettivo è dunque sviluppare una gamma di prodotti ad alto tasso d’innovazione: dai dispositivi elettronici per gestire la potenza di molti gadget che teniamo in tasca a celle fotovoltaiche ad alta efficienza ma di minore peso fino a rivelatori di raggi-radiazione più sensibili. Le applicazioni sono moltissime.

Nel dettaglio, il nuovo, importante giro di finanziamenti servirà a sfornare un device elettronico a base di carburo di silicio con applicazioni per la power electronic. È nella tecnologia di intaglio micrometrico del silicio il segreto dell’invenzione comasca, testata nei laboratori di alcuni partner a Catania e in fase di analisi in diversi centri internazionali con profonda esperienza nell’ambito. Sulla base del prototipo, la società – nata nel 2012 e vincitrice nel 2013 del premio Sapio per la ricerca applicata – spera di attrarre nuovi investimenti nel corso del 2015.

Fra l’altro, l’impresa rappresenta un caso importante di filiera completa e virtuosa nell’ambito dell’innovazione. Dalla ricerca di base, visto che Pilegrowth Tech è appunto uno spin-off dell’università Bicocca di Milano, all’hi-tech d’eccellenza di Lpe, leader nella deposizione epitassiale per l’industria dei semiconduttori fino al venture capital tricolore.

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